mercoledì 27 giugno 2012

uciumitirapettri: cu ti runa u pani chiamalu patri

uciumitirapettri: cu ti runa u pani chiamalu patri: Caro Ministro Fornero,  probabilmente avrà un retrogusto tutto "british" affermare che "il lavoro non è un diritto" e che "deve esser...

cu ti runa u pani chiamalu patri


Caro Ministro Fornero, 
probabilmente avrà un retrogusto tutto "british" affermare che "il lavoro non è un diritto" e che "deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio", come Lei ha dichiarato al WSJ. 
Io purtroppo sono siciliano e le sue parole non mi evocano nessuna suggestione anglosassone ma tanto mi ricordano quel "cu ti runa u pani chiamalu patri" contro cui Placido Rizzotto, Totò Carnevale, Peppino impastato e centinaia di altri uomini hanno combattuto fino alla morte.
Per garantire il lavoro come diritto e non come graziosa concessione a cui rimanere riconoscenti. Per garantire anche a lei di poter esercitare la sua professione di accademica senza dover tenere il cappello in mano.
Giuseppe D'Urso, insegnante molto precario, da Catania.

venerdì 10 giugno 2011

Testa ca non parra si chiama cucuzza! Vota e fai votare si ai referendum del 12 e 13 giugno 2011



Voto si! perché non voglio esser ricordato come distruttore del pianeta Terra.
Voto si! perché credo che tutti siamo uguali dinanzi alla legge.
Voto si! perché l'acqua è un bene pubblico e la distribuzione dell'acqua è una pubblica responsabilità.

Giuseppe D'Urso, insegnante molto precario, da Catania

giovedì 31 marzo 2011

Il lupo si veste da pastore....e le pecore applaudono

Qualche tempo fa partecipai ad una conferenza quale relatore sulle forme di condizionamento che la criminalità mafiosa esercita sul pensare comune. Per meglio esplicitare il discorso chiesi, ad uno dei presenti, se mi si favorisse una sigaretta, richiesta che venne prontamente esaudita. Manifestai da subito, al gentile signore che si era prodigato, il mio desiderio di renderlo partecipe di quella "fumata" con uno, due tiri al massimo e vedendolo solo sorridere lo invitai a ringraziarmi. Il signore fu, lo riconosco, colto di sorpresa e, immagino, solo per educazione, non mi fece mancare il proprio ringraziamento. Dopo aver abbondantemente fumato, lo invitai a completare (gli uno, due tiri, appunto!) la sigaretta, ricordandogli sempre di ringraziarmi. A questo punto gli fu chiaro il gioco e mi rispose che si rifiutava di ringraziarmi dato che la sigaretta era la sua. Alla stessa maniera risposi non vanno ringraziati i criminali, i politici collusi con la mafia, i corruttori e ogni altro individuo che a qualunque titolo non solo si approfittano del nostro ma pretendono pure di esser ringraziati.
Ieri un pagliaccio, il solito, eterno clown, si è recato in un'isola del Mediterraneo e si è fatto offrire una sigaretta, per meglio compiere il proprio numero da circo, pretendendo pure di esser ringraziato.
Nessuno ha avuto premura di informare quei cittadini che gaudiosamente lo riverivano e lo ringraziavano, che la sigaretta era la loro.
Giuseppe D'Urso, insegnante molto precario, da Catania.

lunedì 28 marzo 2011

Mancava solo il commissario Montalbano....

Qualche giorno addietro un quotidiano locale ha pubblicato una notizia che forse all'inizio del secolo scorso avrebbe meritato rilievo per i contenuti e che oggi invece ci deve far riflettere sulle persone piuttosto che sui fatti.
Gli ingredienti del grottesco ci sono tutti: un "teatro dello scandalo", rappresentato, in questo caso, da un condominio ubicato a Porto Empedocle, zona altipiano Lanterna, improvvisamente trasformatosi in una sorta di ronzante e indignato vespaio; i due giovani attori protagonisti, che vestono i panni di due giovanissimi che, complice la penombra, si stavano scambiando dei baci, come fanno de decine di migliaia di anni gli individui della nostra specie; ed un antagonista, interpretato dall'inquilino dell'ultimo piano che, accortosi del "misfatto" che si stava impunemente consumando, ha pensato bene non solo di allertare tutti i condomini del "pericolo imminente", ma di chiamare la polizia che, per ogni buon conto in pochi minuti si è recata sul posto, vicequestore in testa, cogliendo in "flagranza di reato" i due sciagurati. La ragazza, racconta la cronaca, aveva per la vergogna gli occhi umidi di lacrime represse e invano il suo fidanzatino cercava di confortarla al meglio mentre si allontanavano mogi mogi come due cani bastonati.
Il fatto in sè si commenta da solo e non merita approfondimenti che invece voglio riservare a questo "guardiano dei costumi". Avrei piacere di sapere per chi vota questo "talebano", di sorprenderlo mentre si esibisce in equilibrismi per giustificare i puttanai e i buttanismi che ci propone quotidianamente la cronaca italiana; mi pare addirittura di sentirlo mentre biasima lo spreco di risorse per le intercettazioni, il ricorso agli uomini delle forze dell'ordine per pedinamenti e appostamenti, dimenticando che questi sono dovuti e doverosi quando si tratta di reati o di ipotesi di reato. Lui invece, dinanzi ad assenza di reati, scomoda la polizia e il vicequestore per i baci di due adolescenti.
Spero che le autorità locali, nella loro relazione di servizio, non manchino di informare il Ministro, da cui dipende il vicequestore, della presenza di un simile talebano in suolo italiano e che si prendano tutti i provvedimenti restrittivi necessari affinchè a quest'uomo venga vietato il soggiorno in altre località della penisola, ad Arcore per esempio. Ci pare di vederlo il tapino, con il numero del pronto intervento già composto, chiamare ogni sera la polizia per denunciar reati.
Ma sappiamo che in quel caso qualche buona parola e giustificazione fiorirebbe immediatamente dalle sue labbra.

Giuseppe D'Urso, insegnate molto precario, da Catania.

giovedì 3 marzo 2011

Noi stringiamo le mani al popolo libico. Berlusconi bacia la mano a Gheddafi

Uno dei primi provvedimenti adottati da Garibaldi, in qualità di pro-dittattore della Sicilia appena liberata dai Borboni, fu quello di abolire per editto il baciamano tra uomo e uomo, gesto di umiliazione a cui il debole era sottoposto dal potente di turno.
Curiosamente nei giorni del centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia il tema torna d'attualità grazie al baciamano di Berlusconi al tiranno libico Gheddafi.
Che il clown, che noi in Italia sopportiamo senza che ci generi risata alcuna, aspiri ad entrare a pieno titolo nel circo libico di Gheddafi per far figura tra le amazzoni e i cavallerizzi all'interno del tendone, è un dato di fatto. Che trascini anche noi nelle sue pagliacciate, un pò meno.
Ma che gli acrobati della prima e dell'ultima ora diano prove di equilibrismo con i loro distinguo e con il paventare pericoli ed integralismi da un popolo massacrato da un tiranno, suscita semplicemente orrore.
La mia totale avversione e disprezzo verso i due cani rabbiosi l'ho espressa a tempo debito e in tempi non sospetti sia in questa sia in altre sedi, in pubblico come in privato.
Mi preme invece sottolineare proprio in questi giorni la lezione "risorgimentale" che ci giunge dall'altra sponda del Mediterraneo; quella proveniente da un popolo che per la libertà sfida apertamente il tiranno e la morte.
Credo di vedere nelle immagini di quelle donne e di quegli uomini la stessa "follia" che spinse i nostri antenati a sfidare un Impero per costruire l'unità nazionale. Sicuramente, tra loro, sono molto più simili di quanto lo siamo noi oggi rispetto ai nostri antenati visto che sopportiamo ancora una simile canaglia.

Giuseppe D'Urso, insegnate molto precario, da Catania

giovedì 3 febbraio 2011

Merita solo il nostro disprezzo!!!!

Ciao a tutti,
sono stato impegnato in questi mesi in ricerche che vedrete in questi giorni pubblicate tra le pagine del blog.
Per farmi perdonare provvedo a postare un video interessante.
Il protagonista riceve così l'unico sentimento che merita: il disprezzo

Giuseppe D'Urso, insegnante molto precario, da Catania